Quando fai il giornalista finanziario succede spesso che un tuo lettore diventi un tuo amico. Bene, oggi voglio parlare di uno dei miei diversi lettori svizzeri. Ci conosciamo da circa 25 anni, quando lui partecipò ad uno dei corsi di analisi tecnica che tenevo all’hotel Savoia a Bologna nella notte dei tempi prima che il web togliesse a tutti il piacere della stretta di mano ma anche i costi e la fatica dei viaggi. Quando io e lui parliamo il dialogo è il seguente: “questi mercati mi preoccupano” dice lui e io di rimando “secondo me stanno facendo una base” e via di questo passo, lui nero, io bianco. Dopo 25 anni ho capito finalmente il perché questo succede: lui tipicamente mi chiama quando è preoccupato, ed è preoccupato quando i mercati hanno il segno meno. Il problema alla base è che noi non guardiamo la stessa cosa: io guardo il grafico delle ultime 5 barre, lui guarda l’escursione della chiusura sull’apertura giornaliera, perché questo gli passa il convento del suo broker. E quindi da questo ha inizio il dialogo tra sordi.
Scrivo questo perché ieri sera ho ricevuto la bellezza di circa 12 lettori, preoccupati della barra negativa di ieri, era era ovviamente una barra di rovesciamento o di climax che avviene nei momenti di inversione dei mercati (mi scuso qui con i lettori di non avere risposto, ma quando in tanti scrivono la risposta o è pubblica o rimane nella penna).
In realtà con oggi si chiude il mercato Orso (o almeno si dovrebbe chiudere) perché se notate abbiamo addirittura ricoperto il gap ribassista dell’inizio di settimana. E quindi a livello settimanale abbiamo disegnato una barra di rovesciamento.
E ritorno all’esempio di apertura dell’articolo: per il trading che facciamo noi contano più le barre settimanali che le barre giornaliere e con un SP500 che sul settimanale è forte come un toro, il petrolio che ha girato sul settimanale e il nostro mercato che è sul punto di minimo difficilmente non avremo belle giornate nei prossimi periodi, salvo ovviamente i soliti imprevisti. Questo per dirvi che non dobbiamo commettere l’errore di prendere decisioni di medio periodo ragionando su barre giornaliere. Se a volte capita che il lettore perda la testa e Tomasini rimanga calmo non è perché Tomasini non conosca paura (anzi, diciamo che sono particolarmente avverso al rischio e più invecchio più divento pauroso) ma semplicemente perché cerco di pormi in una situazione di medio periodo e non di piccolo cabottaggio. Non voglio fare il fenomeno, ma semplicemente rimarcare agli altri e a me stesso che se scegli una strategia con una particolare cadenza temporale devi analizzare il mercato con quella cadenza temporale e non farti prendere dal cosiddetto “rumore”. Se la Borsa perde al giovedì il 2,5% hai ancora tempo il venerdì per recuperare il 3,5% come oggi. E’ evidente che se fai il drittone allora è un altro paio di maniche, ma è più facile che il drittone non avvenga perché per il 70% del tempo il mercato non va da nessuna parte. E’ l’errore del mio cliente – amico, lui guarda chiusura su apertura ma investe con orizzonte temporale a qualche anno. E facendo così si rischia di perdere il quadro complessivo.
Come dicevamo il petrolio è andato su del 5% e i mercati azionari hanno festeggiato. Gli investitori sono sempre alla ricerca di segnali che l’inflazione sia forte, che il petrolio cresca, che gli utili aziendali siano al rialzo. Se l’economia va bene va bene il mercato azionario, è normale che sia così.
Di seguito un grafico che mostra i flussi in entrata sugli ETF USA inflation linked: come vedete è un boom, quindi significa che Tomasini non è il solo a dire che le cose non sono così brutte come sembrano.
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L'Indipendente di Borsa aut. Tribunale di Modena n. 2179 del 30/09/2013 Direttore responsabile Dr. Emilio Tomasini