Spopola l’ottimismo tra gli investitori di tutto il mondo.
Nelle ultime settimane quasi tutte le Borse internazionali hanno registrato i massimi storici: il Nikkei è arrivato a 40500 punti; lo S&P500 a 5.200 e, nell’Eurozona, il FTSEMIB40 a quota 35000, livello più alto da 10 anni a questa parte.
Anche l’oro e le altre materie prime sono sugli scudi. Le obbligazioni a lungo termine che non sono più in diminuzione e i Treasury a 10 anni Usa sono risaliti dal 3,7% al 4,3%. I Bund si sono riavvicinati al 3%.
L’S&P 500 è cresciuto del 9,7% dall’inizio dell’anno fino alla chiusura di venerdì: sulla buona strada per arrivare al 12esimo primo trimestre più forte dal 1945.
Secondo Sam Stovall del CFRA, quando l’indice guadagna più del 2,5% nei primi tre mesi dell’anno, poi tende a superare il suo guadagno medio del secondo trimestre di circa il 2,6% di 0,6 punti percentuali.
Inoltre, un primo trimestre forte tende a precedere una solida performance per l’intero anno, anche se il percorso può essere più accidentato del solito ...
Ma com’è possibile essere così entusiasti quando i tassi d’interesse continuano ad essere alti? Tutte le previsioni dei possibili tagli a fine 2023 e nei primi mesi del 2024 si sono rivelate infondate: il sentiment preannunciava scenari di crisi, recessione, dati economici deboli. E, invece, è arrivata la smentita: gli utili crescono negli USA e si portano dietro il resto del mondo.
Resta da capire il rapporto causa-effetto: è stata la forza dei mercati a spingere le banche centrali a non tagliare i tassi malgrado l’aumento dell’inflazione o è stata l’inflazione a stabilizzarsi assecondando l’ascesa degli indici?
Ad ogni modo, tale rapporto è stato accolto come un inequivocabile segnale di forza, cosa che ha portato gli investitori ad essere molto più ottimisti verso il futuro: secondo un’indagine di Bank of America il 62% è oggi convinto che l’economia globale andrà in soft landing, il 23% che continuerà a crescere e solo il restante 11% si aspetta una recessione.
Lo stesso discorso vale anche per l’Eurozona: la forza dei mercati è legata all’aspettativa di un’economia in miglioramento, teoria confermata dagli indici Pmi. Di conseguenza il mercato scommette sulle Borse europee, più sottovalutate rispetto a quelle americane. Ora tra i rischi più quotati tra gli investitori si annoverano il ritorno dell’inflazione e quelli legati agli scenari di crisi geopolitiche. Da tenere sotto controllo, in ultimo, anche la debolezza delle vendite al dettaglio di gennaio e la revisione al ribasso dei dati di novembre e dicembre che potrebbero segnalare una flessione della spesa dei consumatori.
Ma veniamo ala
BANCA IFIS: ce l’ha fatta e ha rotto la resistenza, pronti a comprare appena uncina
FERRARI: incredibile, non cessa di crescere come se non ci fosse un domani
MONTE PASCHI: è in super mega iper comprato … è a cavallo della trendline crescente spero possa salire
FIERA MILANO: impressionante, siamo alla fase speculativa
GENERALI: e pensare che ho sempre preso in giro chi comprava generale, dopo 30 anni è diventato un buy
LEONARDO: ancora su
SAIPEM: dobbiamo andare, non ci sono pezze. Oggi ci ha dato il destro per entrare. E’ una situazione folle perché sostanzialmente ha già sparato alto con una percentuale da matti ma il trend following è questo, benvenuti nel mondo dei matti. State attenti a non esagerare con le quantità perché se si prende bene si può anche farsi del male. Prudenza ! Dobbiamo fare trading rischioso con il massimo della prudenza, non è una contraddizione ma quello che serve a prolungare la vita. Buy 2.151 stop buy ufficiale.
L’autore è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti finanziari oggetto delle sue analisi.
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